LETTERA
Ho sognato un mondo migliore. Un mondo dove ogni forma di vita era serena. Un mondo senza odio, senza violenza, senza denaro né petrolio, e quindi inevitabilmente senza armi e senza guerre.
Un mondo dove a scuola non si insegnavano agli innocenti bambini gli stupidi conflitti, ma solo i segreti per essere in armonia col pianeta Terra e tutti i suoi abitanti.
Mi sono avvicinato a un uccellino, forse un passerotto. Si era posato poco distante da me, e non è scappato. Non ha avuto paura di me. Non aveva più timore dell’uomo.
In lontananza sentivo il nitrire dei cavalli e le risate dei miei figli che giocavano con il loro migliore amichetto Oliver, un maialino dolcissimo.
A casa mia non c’erano pentole, non esistevano fornelli.
Erano scomparse le stoviglie e tutti gli odorosi e potenti detersivi. Niente inquinava più i fiumi e i mari.
Non c’era bisogno di camion pieni di animali che andassero su e giù per lo Stivale.
Non c’era più bisogno di tir stracarichi.
Nessuno doveva più riempire i supermercati di latte, di formaggi e formaggini, di sughi già pronti, di biscotti, di uova, di panne e besciamella, di prosciutti, mortadelle e salami, di yogurt, di cole e surgelati, di elettrodomestici per la cucina, di litri e litri di bottiglie d’acqua.
Non c’era più la necessità di trasportare farmaci. Nessuno sapeva cosa farsene.
Dio mio, quanto chiasso e smog in meno sulle strade.
Erano scomparsi persino gli incidenti autostradali.
Non esistevano più le banche, né tanto meno i mercati azionari.
Il prestigio di una nazione si misurava in base alla felicità dei suoi abitanti. Bipedi e quadrupedi.
Gli ospedali erano diventati centri sportivi e di meditazione.
E i funerali non erano più tristi come una volta. Si moriva soprattutto di vecchiaia.
Ma, quel che conta, le persone lasciavano la vita terrena consapevoli.
Consapevoli di avere fatto tutto ciò che di bello avrebbero potuto fare.
Consapevoli di aver vissuto.
Consapevoli di aver rispettato ogni giorno il prezioso dono della vita.
In fondo, se ci pensi bene, il mondo sarebbe proprio così, se fossimo tutti davvero vegani!
Non mi stancherò mai e poi mai di dirtelo.
Valdo, grazie di esistere.
Giovanni La Pasta
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RISPOSTA
Ciao Giovanni, questa è poesia, e una poesia non ha bisogno di commenti.
Valdo Vaccaro (AVA-Roma e ABIN-Bergamo)