TESTO DEL PRONTO SOCCORSO MEDICO DI ROCHESTER-INGHILTERRA
Il testo che segue è apparso sul n. 240 del Journal of the General Hospital di Rochester:
“Poniamo il caso che siano le 18.30 di un normale giorno della settimana.
Sei in macchina e te ne stai tornando a casa dopo una lunga giornata di lavoro.
Tra le altre cose hai avuto una lunga e tesa discussione col tuo capo.
Sei veramente arrabbiato nero, tanto che più ci pensi e più parte l’adrenalina.
All’improvviso, senti un dolore fortissimo al petto.
Un dolore che, attraverso il braccio, arriva fino al collo, per cui non riesci più a muoverti.
Sei letteralmente bloccato.
Ti trovi ad una decina di km dall’ospedale più vicino.
La tangenziale è bloccata. E’ l’ora di punta. Non puoi arrivarci.
Che fare?
Ti ricordi di aver seguito, tempo fa, delle lezioni di pronto soccorso.
Ma nessuno ti ha mai spiegato cosa fare nel caso in cui la vittima sei proprio tu.
Come sopravvivere ad un attacco cardiaco se sei da solo?
Senza assistenza, la persona il cui cuore smette di battere, ha comunque 10 secondi di tempo.
Almeno 10 secondi di lucidità prima di svenire.
Cosa fare in questi 10 secondi?
Risposta: non farti prendere dal panico, ma inizia a tossire con forza più volte.
Fai un profondo respiro prima di tossire, e tossisci prolungatamente come se avessi del catarro da espellere dal petto.
Ripeti la sequenza inspirare/tossire fino a che il cuore ricomincia a battere.
L’inspirazione profonda porta ossigeno ai polmoni e la tosse contrae il cuore, dandogli la spinta per riprendere a battere e portare così nuovamente il sangue in circolo.
In questo modo il cuore comincia a riprendere il ritmo normale e comunque si ha il tempo per chiamare i soccorsi e il 118.
Divulga questa mail e pensa a quante vite si potranno salvare grazie ad essa.
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COMMENTO
DIECI SECONDI NON BASTANO
Ben volentieri divulgo la mail, e ringrazio Daniele Bricchi, che me l’ha inviata.
Aggiungo però un paio di cose, non per inficiare quanto sopra scritto, che è sicuramente condivisibile, ma per renderlo ancor più realistico e significativo.
Tecnicamente parlando, in quei 10 secondi di lucidità, bisogna concedere al soggetto il tempo di capire quanto sta succedendo, mettere la freccia a destra, rallentare, accostarsi al guardrail di destra e fermare l’auto in posizione sicura, sulla corsia di emergenza, per cui i 10 secondi di cui si parla col cavolo che bastano, salvo che dalle parti di Rochester gli automobilisti non siano tutti degli Speedy Gonzales.
BUONI CONSIGLI MA PROBLEMATICA APPLICABILITA’
Per fare quanto sopra, e stiracchiarsi sul sedile a tirare il fiato e tossire ci vuole almeno un minuto, ovvero 6 volte tanto. Se poi consideriamo il traffico intenso e veloce, e magari ci troviamo in zona scomoda, pericolosa, o in galleria, ci vuole il tempo per trovare un’appropriata area di sosta, per cui i 10 secondi diventano 10 minuti. Chi ha scritto quella nota è sicuramente un buon medico, ma non certo un esperto guidatore di autostrada.
Ho perso di recente un carissimo amico. Ha provato le stesse sensazioni, il forte dolore e tutto il resto, ma non ha fatto in tempo nemmeno a rallentare e tirarsi via dal traffico.
E’ semplicemente finito rovinosamente fuori strada, senza alcun segno di frenata.
MANGIARE LEGGERO E RESPIRARE PROFONDO
“Fai un respiro profondo”, è la raccomandazione che risalta di più. Giusta quanto mai.
Ma non è ancora più saggio fare sistematicamente quanto l’igiene naturale insegna in continuazione?
Mangiare leggero e respirare profondo, è lo slogan che proponiamo da sempre.
Dieta vegana tendenzialmente crudista, quella che stimola a riempire i polmoni e ancor più a svuotarli del tutto, e in modo ritmico.
A farlo non solo nei momenti di tensione e di crisi, ma a più riprese nel corso della giornata, con la respirazione cosciente diurna, e quella automatica notturna, che finisce per allinearsi con quanto facciamo nelle ore diurne.
E’ IL FIVE-PER-DAY CHE TIENE IL DOCTOR AWAY
Con l’igienismo non si va in debito di ossigeno, non si va in soffocamento, e non si va soprattutto in crisi cardiocircolatoria, poco importa se si hanno discussioni più o meno amichevoli col capo o con chiunque altro.
Per dirla col maxi-esperimento di Cambridge, con cinque pasti di frutta al giorno non solo ci togliamo il medico di torno, ma schiviamo e dribbliamo in scioltezza sia le cardiopatie che il cancro, ovvero i due maggiori killer dei tempi ansiogeni in cui viviamo.
Valdo Vaccaro (AVA-Roma e ABIN-Bergamo)