SOTTOSVEZZAMENTO UGUALE SOTTOSVILUPPO

SOTTOSVEZZAMENTO  UGUALE  SOTTOSVILUPPO   

 

 

Andare contro natura comporta sempre dei costi e delle conseguenze

 

Andare contro natura non è produttivo, non è mai conveniente e privo di insidie, perché è la natura stessa a fartela pagare prima o poi con delle punizioni specifiche, con degli effetti collaterali, con ingrossamento patologico organi (ipertrofia), con pervertimento formule liquidi interni, con acidificazione del sangue e delle urine, con accumulazione generalizzata di muco, con osteoporosi e diabete, con problemi di peso e di grasso, con calcoli e calcificazioni, con diverse altre malattie.

Obesità, diabete e tutto il resto sono sconosciuti tra gli animali in libertà, che seguono rigorosamente le leggi naturali riguardanti lo svezzamento.

Essi sono dotati di una bussola infallibile che li porta a una razionalizzazione del comportamento rispettosa delle leggi naturali.

Gli animali liberi non subiscono il dramma dei condizionamenti ideologici e pediatrici, industriali e mediatici, sociali e politici, cui sono sottoposti gli esseri umani.

 

La duplice funzione nutritiva e indicativo-istruttiva del latte materno

 

La lattazione è un periodo straordinario e di emergenza che la natura prevede affinchè il piccolo di una determinata specie, col latte specifico di mamma, raddoppi il peso di nascita, e sia messo in condizione di alimentarsi finalmente col cibo della sua specie (col cibo cioè avente un contenuto calorico-proteico identico a quello che aveva il latte della madre).

La funzione del latte materno dunque è basilare non solo come mezzo di sussistenza e supersviluppo iniziale, ma soprattutto come preciso indicatore del tipo, della qualità, delle caratteristiche del cibo che dovrà assumere il bimbo nelle fasi successive alla lattazione.

Questa non è una considerazione ideologica, ma una realtà osservabile in natura.

 

I cicli vitali e l’importanza dell’ imprinting nell’età evolutiva

 

Come per tutti gli animali, e in particolare per quelli mammiferi, esistono dei cicli o periodi di crescita e sviluppo, la cui durata dipende dal ciclo vitale globale di ogni singolo animale, e che sono nell’ordine: lattazione, svezzamento, infanzia, fanciullezza, adolescenza, giovinezza, maturità, anzianità.

Non certo per una questione di proverbi, è più che mai vero che nella vita  Chi comincia bene è a metà dell’opera.

 

 

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In psicologia dell’età evolutiva, uno dei concetti-chiave è quello dell’imprinting, ovvero di quel fenomeno che, tramite le primissime sensazioni ed esperienze provate dal bimbo, lascia il segno e il marchio in modo indelebile, condizionandolo a volte per il resto della vita.

L’ imprinting, a mio avviso, non riguarda solo il pensiero e la psiche, ma anche il cibo e la salute.

Se rispetti le esigenze naturali del tuo bimbo lo aiuti a crescere al meglio.

Il bimbo che, appena svezzato, apprende e percepisce via via, sin dall’inizio, i sapori, i colori, la fragranza del cibo, familiarizzando con esso, riconoscendolo ed apprezzandolo, sperimentando sensazioni a livello di tatto, di olfatto, di consistenza, di sapore, avrà enormi vantaggi rispetto a un altro infante a cui vengano negate tali opportunità e tali inalienabili diritti.

 

O ci si svezza e ci si emancipa dal latte, o si rimane mucca-poppanti a vita

 

Tutte le fasi della vita sono importanti, e tutti gli errori che si compiono da piccoli o da grandi comportano conseguenze, dato che nessuno viene risparmiato dalla legge di causa-effetto.

Eppure esiste una netta differenziazione tra gli errori compiuti nelle prime fasi e quelli fatti in seguito.

Se l’ imprinting nutrizionale è corretto, in armonia con la natura del bimbo umano (e non con l’infante della mucca, del gatto o del topo, tanto per intenderci), metteremo quel bimbo in condizione di crescere e di svilupparsi davvero al meglio.

Se invece è scorretto, innaturale, ideologico, basato su pregiudizi e ideologie tribali, su pressioni ed ideologie sociali e pediatriche, porremo le basi in quel bimbo per compromettere la sua crescita bilanciata, sana, ottimale.

L’ imprinting ottimale, l’unico che non tradisce, è quello dettato dalla natura umana, cioè dal latte umano che è identico nelle mamme di Città del Capo, in quelle di Hongkong, di Roma e di Vladivostok.

Svezzarsi, ha un preciso significato.

Vuol dire liberarsi dal  vezzo naturale del latte materno, emanciparsi dalla sostanza che ti ha fatto superare la prima fase.

In pratica, o ci si svezza e ci si libera dal latte, o si rimane poppanti e latte-dipendenti a vita.

Se poi, come accade spesso, la tua è una latte-dipendenza da latte estraneo (in genere quello della mucca, perché non esiste in commercio il latte di donna), diventi un poppante-di-quadrupede a vita.

 

Il corpo umano non si adegua e non si abitua al latte, ma ne diventa vittima

 

Il problema è che il nostro corpo non si adegua a tale perversione, non si abitua a tale sconcio.

Il bambino non diventa vitellino, ma resta bambino inquinato dal latte di mucca.

Se si abituasse, avremmo delle conferme concrete e pratiche.

Ma succede invece che più una nazione è afflitta dal fenomeno poppamento-a-vita (si poppa col latte, ma anche col burro, col formaggio, con lo yogurt, coi probiotici, coi gelati, coi cappuccini, col cioccolato, con la pizza e le mozzarelle) è più si verificano fenomeni allarmanti di diabete, obesità, osteoporosi, carie, tumori al seno, alle ovaie, alla prostata e ai testicoli, mentre nelle comunità prive di latte gli stessi fenomeni sono praticamente sconosciuti.

Il paese primo al mondo in questo è proprio l’America, che ha subito il condizionamento ideologico e mediatico di enti come l’NDC (National Dairy Council), che ha il record mondiale di spese pubblicitarie per insegnare negli asili, nelle scuole, negli ospedali, nelle comunità, che il latte apporta calcio, salute e benessere, ovvero l’esatto contrario di quello che è la realtà.

 

 

 

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L’America è la fonte di ogni male, ma è anche la prima a dotarsi dei relativi anticorpi.

In America c’è John Robbins, figlio unico del primo macellaio-casaro del paese, che rifiuta l’eredità multimiliardaria del padre per denunciarlo al mondo intero come torturatore di bovini.

 

L’America, per sua fortuna, fa gli errori e gli imbrogli più eclatanti, ma nel contempo sviluppa le antitesi e gli anticorpi, dando la possibilità a chi vuole la verità e se la va a cercare, di informarsi e di emanciparsi.

In America c’è il Movimento Igienistico-Naturale, c’è il movimento Ehretista, ci sono pediatri eccezionali tipo Robert Mendelsohn che non ha paura nemmeno del diavolo con le corna, ci sono coalizioni di medici trasparenti e responsabili che non si allineano affatto col potere costituito.

In America c’è John Robbins, figlio unico del maggiore macellaio-caseario del paese, del padrone della Basin’s Robbins (gigante internazionale del gelato), che rifiuta l’eredità multimiliardaria del padre, per poter denunciare al mondo intero il più vergognoso sfruttamento-maltrattamento animale della storia.

Potrebbe mai succedere da noi una cosa del genere?

Non dico il figlio di un Tanzi o di uno dei re del grana, ma almeno il figlio di un contadino che ha 20 mucche e 4 porcellini nella stalla.

Tutti abbarbicati alla propria mammella, tutti inquadrati sotto il bianco-rosso dell’Agroalimentare Italiano, sotto la vera  bandiera italiana del latte e del sangue, che ha da molti anni ormai sostituito il tricolore.

 

Le caratteristiche uniche del latte umano

 

Il latte umano ha particolari caratteristiche di unicità, che lo differenziano da tutti gli altri tipi di latte.

La cosa non sorprende.

Non è casuale che l’uomo sia classificato tra i primati, ovvero tra gli esseri dotati di sangue-organi-pelle-apparato gastrointestinale di tipo smaccatamente fruttariano-vegetariano.

Il latte umano è infatti dolce, trasparente, basso-proteico (5% in termini di  percentuale calorico-proteica, contro il 15% del latte di mucca, il 30% del latte canino, il 40% del latte felino, il 49% del latte di topo).

Il latte umano rispetta esattamente le esigenze nutrizionali immediate e future del bebé umano, e dà precise indicazioni su quale dovrà essere la sua dieta da adulto.

Stranamente, ma solo per chi ha pregiudizi filo-carnivori, l’alimento che più si avvicina biochimicamente al latte umano, in termini di micronutrienti, di acqua-biologica, di dolcezza, di basso livello lipido-proteico, è la frutta.

Non a caso, anche se si va a fare un’analisi corporale dettagliata punto per punto, organo per organo, liquido per liquido, troviamo precise e incontrovertibili ratificazioni.

Troviamo la conferma di essere di fronte a una creatura fruttariana-vegetariana, e non davanti a un essere onnivoro o carnivoro che dir si voglia.

 

L’importanza fondamentale del valore indicativo del latte

 

Questa considerazione sul valore indicativo del latte è importantissima e vale per tutti gli animali mammiferi.

Il latte di topo ai topi, quello di cavalla ai puledri, quello di mucca ai vitellini, quello di lupa ai lupetti, quello della porcella ai maialini, quello dell’elefantessa agli elefantini, e così via: questa è la regola.

In altre occasioni abbiamo detto, parafrasando Confucio, che  Togliere il potere e il significato delle parole alla gente equivale a toglierle la libertà.

 

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E questo veniva detto con riferimento al chiamare le vitamine con un solo nome, senza distinguere tra sintetiche e naturali, al chiamare i minerali con un solo nome, senza differenziare l’inorganico e l’organico.

Anche qui succede lo stesso esatto fenomeno.

La gente parla sempre e solo di latte. Il latte fa bene o fa male? Il latte apporta questo e apporta quello.

Nessuno che specifichi di quale tipo di latte si tratta.

 

Comparison of the milk of different species  (Raffronto del latte di diverse specie), da Bell G. Textbook of Physiology and Biochemistry, tratto da  Diet for a New America di John Robbins

 

                                         Percent of calories as proteins               Days required to double the birth-weight

                                         (Percentuale di calorie proteiche)     (Giorni richiesti per raddoppiare peso-nascita)

 

Human (uomo)                                        5  %                                                      180  giorni

Mare (cavalla)                                       11                                                             60

Cow (mucca)                                         15                                                             47

Goat (capra)                                           17                                                             19

Dog (cane)                                             30                                                               8

Cat (gatto)                                              40                                                               7

Rat  (topo)                                              49                                                               4

 

Quando l’allattamento al seno non è possibile             

 

Non tutte le ciambelle riescono col buco.

A volte purtroppo, le mamme non hanno abbastanza latte, per cui si va in situazione di necessità e di emergenza.

In questi casi, la soluzione ideale sarebbe la balia, cioè un’altra madre che sia disposta ad allattare il bambino, come avveniva nei tempi andati.

Mancando anche questa opportuinità, non c’è altro modo che accettare quello che passa il mercato.

Sarà in questo caso opportuno allungare convenientemente il latte vaccino, e cercare magari qualche mescola opportuna con latte di cocco, o latte di cereali, o latte di soia, o con succo di carota, o con succo di papaia e di ananas, o pappette di banana, cercando insomma di dare al piccolo qualcosa che rassomigli il più possibile alla sostanza materna mancante.

 

La pediatria mondiale ha precise e pesanti responsabilità       

 

Il più famoso pediatra, che è il dr Robert Mendelsohn, autore di una decina di best-seller, lo ha detto e ripetuto a chiare lettere, rivolgendosi alle mamme americane e a quelle del mondo intero.

Fai esattamente l’opposto di quello che ti dice il pediatra e di quello che ti dice il medico, se vuoi che il tuo bimbo cresca bene, cioè nel modo giusto ed equilibrato.

La pediatria mondiale è stata infatti la prima a subire i condizionamenti delle industrie casearie, macellatorie e farmaceutiche.

L’ideologia della crescita veloce, l’ideologia dell’omogeneizzato, l’ideologia dei cibi arricchiti, l’ideologia dello svezzamento a suon di altro latte e di proteine animali (ovvero l’ideologia del sotto-svezzamento), l’ideologia delle vaccinazioni, da dove arrivano se non dagli uffici pediatrici?

I primi strumenti di cui si dotano i pediatri sono, non a caso, la bilancia, la cordella metrica, e gli strumenti vaccinatori, tutte cose diseducatrici già in partenza.

 

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Lo svezzamento ideologico e innaturale praticato dalla pediatria mondiale          

 

Stabilire come dati fondamentali peso e misura significa non prendere in considerazione un fatto fondamentale, e cioè che ogni bambino ha i suoi tempi di crescita e di sviluppo.

Uno parte prima in altezza e un altro dopo, anche in correlazione col tipo di svezzamento che viene adottato.

Le sberle proteiche, assurde e sballanti, il voler costringere un organismo fruttariano all’ingiuiria scioccante delle proteine animali, significa drogare i bambini anzitempo, anziché alimentarli convenientemente.

Drogarli significa dargli brusche accelerate al battito cardiaco, farli crescere prima del tempo e farli pure invecchiare in anticipo.

Lo svezzamento naturale rispetta invece l’esigenza di crescere in modo lento e tranquillo, dando a ognuno i suoi tempi.

Ma i pediatri hanno lanciato la moda e la parola d’ordine di crescere alla svelta, quasi che i bambini umani fossero paragonabili ai poveri vitellini e ai disgraziati porcellini, forzati ad appesantirsi il più velocemente possibile per arrivare prima al macello e ingrossare il portafogli del padrone-traditore.

E’ il fattore tempo che frega i sanitari.

Come i medici  vogliono far guarire in fretta, mandando via con farmaci e antibiotici i sintomi delle malattie e trascurandone troppo spesso le cause, così i pediatri hanno fretta di far crescere i bambini.          

 

Dal latte materno dolce e basso-proteico al logico sostituto frutta dolce e basso-proteica

 

Il giovane sano e in forma, privo di tonsille e adenoidi da rimuovere, privo di appendici  da operare, privo di vaccinazioni da fare, può solo derivare da uno svezzamento logico e naturale, disegnato su se stesso e non in base alle ideologie e alle abitudini dei pediatri, o a quelle di mamme a loro volta influenzate dai pediatri.

Dal latte materno, dolce e basso-proteico, occorre passare al naturale sostituto del medesimo, cioè alla frutta dolce e basso-proteica ed alle verdure cariche di minerale organico, e non certo agli omogeneizzati, alle carni, al pesce, ai latticini, tutte cose che comportano uno stacco drammatico e una divaricazione abominevole e stressante, una grave disobbedienza alle precise indicazioni che la natura (ovvero che il latte materno umano) ha stabilito.   

E’ in questo frangente che si creano le fondamenta dell’uomo di domani.

La maggior parte di noi vegetariani e vegani abbiamo subito il medesimo dramma, le medesime deviazioni nutrizionali.

Per fortuna ce ne siamo accorti, chi prima chi dopo.

Ma per tirarci fuori dai condizionamenti, per emanciparci dalla dipendenza animale, abbiamo dovuto certamente lottare. 

 

Sottosvezzamento uguale sottosviluppo

 

Per il topo, che è stato allattato a base di latte alto proteico (49% di calorie proteiche, contro il nostro 5%), e che ha raddoppiato il suo peso-nascita in appena 4 giorni (contro i nostri 6 mesi), lo svezzamento logico e giusto sarà di tipo alto proteico.

Stesso discorso per il cane (30%) e per il gatto (40%).

Ma, per il bambino umano, lo svezzamento logico consisterà in un passaggio a pieno regime nel regno della natura, nel regno della frutta e della verdura, che è poi quello di sua specifica pertinenza.

Questo non è più un discorso ideologico, che parte dalla penna e dalla mente di un vegetariano o di un ricercatore di parte.

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Questo è un discorso scientifico ed oggettivo, coerente con quanto detta la natura.

 

Lo svezzamento proteico è liberarsi di una dipendenza (latte materno) per acquisirne un’altra (latte e sangue di mucca)

 

Se lo svezzamento avviene mediante cibi proteici, o con l’inserimento di latticini, non è più uno svezzamento, o una liberazione dal vezzo del latte, come dovrebbe essere, ma un sotto-svezzamento, uno svezzamento improprio ed incompleto.

Ci si libera di una dipendenza per acquisirne una nuova, ancora peggiore.

Ci si va ad agganciare al carro dell’animale che sostituisce la mamma, e si diventa dipendenti dal latte di mucca, ovvero mucca-poppanti a vita, con tutte le conseguenze del caso.

La dipendenza dal latte va poi a braccetto con la dipendenza dalla carne.

Non sarebbe così se le povere bestiole venissero lasciate libere al termine del pazzesco sfruttamento cui sono state sottoposte.

Ma non abbiamo ancora incontrato un singolo casaro disposto a non essere anche macellaio delle sue creature.

L’umanità di oggi, in pratica, è un’umanità il più delle volte mai svezzata, essendo passata da una lattazione materna a un secondo ciclo di lattazione a vita, basata sul latte di un’ergastolana condannata a morte, chiamata mucca.

 

 

Valdo Vaccaro – Direzione Tecnica AVA-Roma (Associazione Vegetariana Animalista)

                         – Direzione Tecnica ABIN-Bergamo (Associazione Bergamasca Igiene Naturale)