STRESS, SONNOLENZA, EMOTIVITA’ E SDRAMMATIZZAZIONE

LETTERA


UN CONSULTO A DUE MESI DALLA MIA CONVERSIONE

Ciao Valdo, perdonami ma avrei bisogno di un ulteriore consulto.

Oggi sono 2 mesi che ho iniziato l’approccio con l’igiene e avrei delle riflessioni da fare.

Inutile ricordarti che mi sono appassionato alla tua filosofia e a quella dell’igienismo in generale, fin dalla lettura delle prime righe delle tue tesine.

Da un giorno all’altro mi sono convertito al veganismo tendenzialmente crudista eliminando al 100% tutte le proteine animali che fino al giorno prima facevano parte della mia dieta. Insieme ad esse, naturalmente, anche cibi stracotti, dolci, zucchero, sale, caffè, integratori e quant’altro.

TRA I DIVERSI DISAGI GENERALIZZATI, QUELLO DELL’EMOTIVITA’

I miei sintomi, ti ricordo, sono i seguenti: stanchezza, sonnolenza, tensione/dolori/formicolii muscolari, oppressione addominale, vista non nitida al 100%, ed emotività facile. Proprio su questo vorrei soffermarmi oggi.

In qualche mail precedente ti avevo già accennato della cosa riferendoti di provare ulteriore tensione muscolare e dolori generalizzati in alcune situazioni emotive.

Diciamo che il mio problema sarebbe un certo stato di disagio nei confronti degli altri a mostrare la mia personalità e le mie idee. A volte, ad esempio, anche il semplice parlare di questa mia nuova esperienza sull’igienismo mi crea un certo stato di tensione interna con dolori diffusi che si accentuano.

ANSIA, PANICO, FORSE TIMIDEZZA

La cosa è più sentita specie nei confronti di persone/amici che tendono maggiormente a giudicarmi, indipendentemente dal fatto se io porto avanti la mie idee con più o meno fermezza.

Diciamo che è il semplice “esser messo al centro dell’attenzione” che mi crea questo disagio.

Spesso, anche se non avverto un vero e proprio stato di ansia/panico, sento come se il cervello rilasciasse un veleno che va ad irrigidirmi e crearmi dolore diffuso in seguito a certi pensieri che arrivano alla mente!

COME RISOLVERE GLI STATI DI TENSIONE

Ora, siccome sono più o meno così da sempre, ma il disagio fisico me lo porto dietro da “soli” 7 anni, e mi riferisco soprattutto a quello stato di tensione di base specie alle gambe che permane sempre anche in situazioni di massima tranquillità, ti chiedevo se il tutto può essere collegato unicamente a questa causa o magari anche allo stato di intossicazione cronica (anche da amalgami) causato da decenni di alimentazione errata che ha indebolito il mio corpo rendendolo super-reattivo verso certi stimoli emotivi benché di lieve entità?

Quando potrei venire a trovare te e magari anche Carmelo Scaffidi?

Abbi pazienza ma ho tanta voglia di tornare a star bene! Un abbraccio di cuore

Antonio

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RISPOSTA

CONSIDERATI IN PIENA FASE ELIMINATIVA

Ciao Antonio, intanto ti invito a riflettere sul fatto che sono passati due soli mesi dalla tua rivoluzione interna.

Dal punto di vista puramente tossicologico, puoi considerarti pertanto in piena fase eliminativa, in quel momentaccio o in quel periodaccio in cui il sistema immunitario, rimesso in auge da scelte digestive virtuose, si rimbocca le maniche e va a spazzar fuori dal corpo mille veleni, spaventando il suo padrone che era impreparato a tutto questo disintegrarsi di veleni e a tutto questo cantiere ecologico messo in essere intorno al suo corpo.

Molti dei disagi che stai lamentando, specie la debolezza, la sonnolenza, l’ansia, i formicolii muscolari, l’oppressione addominale, vanno sicuramente addebitati al repulisti generale impostato dalla funzione immunitaria.

IL DELICATO PASSAGGIO A UNA FASE DECELERANTE

Tieni presente che sei passato in soli due mesi da un regime alimentare di tipo stimolante, dopante, arrembante, a uno  totalmente opposto.

Prima andavi avanti a forti accelerazioni, col motore a pieni giri, e magari fuori giri, sotto la spinta di ottani di sostegno, tipo zucchero, sale, caffè, cadaverine e caseine. In questo momento stai lavorando col motore al minimo, risparmiando benzina e ripristinando la funzionalità di filtri, carburatori e tutto il resto, visto che prima ogni cosa era sovradimensionata. Una fase delicata e di riadattamento che supererai senza troppe difficoltà.

Voler attribuire ad amalgami dentali e a recondite presenze di metalli pesanti i disagi che ti attanagliano, è un esercizio mentale che puoi fare ma che a mio avviso non ti aiuta troppo.

MERCURIO O NON MERCURIO, L’ECCESSIVA EMOTIVITA’ VA COMUNQUE RISOLTA

Chiunque abbia degli amalgami in bocca oggigiorno, anche se non gli facessero uno zero percento di male, causerebbero comunque uno stock di ansia e disagio tali da rendergli conveniente un lavoro di ristrutturazione dentale.

E con questo non voglio affatto assolvere il mercurio presente in tali materiali dentistici.

In ogni caso, la nuova dieta crudista farà del suo meglio per chelare ed espellere quanto più materiale tossico possibile.

Detto questo a livello chimico-alimentare, la faccenda dell’emotività, che per te non è un problema nuovo, si deve risolvere a livello psicologico. Non certo andando a fare delle sedute da qualche strizzacervelli, ma semplicemente cercando di migliorare il tuo equilibrio psicofisico.

ACQUISTARE FIDUCIA NEI PROPRI MEZZI E NELLE PROPRIE SCELTE

Prima cosa occorre superare il momento critico. Quando uno non sta ancora in modo perfetto, non può essere in grado di difendere le sue scelte. Per fare questo serve sicurezza, serve fiducia nei propri mezzi, serve entusiasmo nei riguardi di quanto sta facendo.

Seconda cosa, per vincere la timidezza, o quel senso di disagio, o addirittura di angoscia, che ti prende quando vieni messo al centro dell’attenzione, non c’è altro modo che buttartici in pieno, anziché defilarti. Hai bisogno di allenarti proprio a quello, ad essere al centro dell’attenzione ed anche a goderne, non a soffrirne come ti sta accadendo.

L’EMOTIVITA’ VA SUPERATA SISTEMATICAMENTE, IN TUTTA SCIOLTEZZA E DISINVOLTURA

Un modo per superare l’ansia, il panico, la paura, l’emotività, è l’adozione di un sistema respiratorio profondo e ritmato, di tipo diaframmatico-ventrale e non più di tipo incompleto e pettorale.

Per fare questo servono esercizi regolari e specifici, vere e proprie sedute giornaliere di una mezzora circa, realizzabili anche durante camminate all’aria aperta, durante attività di tipo aerobico o di ginnastica a corpo libero.

E serve anche il saperla prendere, il non darsi eccessiva importanza, lo sdrammatizzare, lo spersonalizzarsi e il sapersi rimettere in discussione, scartando l’eccessiva seriosità e inserendo un pizzico di umorismo in tutte le cose che facciamo.

QUANDO, OGGI? L’INCREDIBILE LASCITO MORALE DI CARNERA DI BRANC.

Un maestro in questo era Carnera di Branc, personaggio mitico e indimenticato della zona nord-udinese di Branco–Tavagnacco, che sapeva sorridere ed ironizzare di fronte a tutto e di fronte a chiunque.

Faceva di professione il palchettista, ed era pure bravo, anche se troppo alto e gigantesco per quel mestiere. Non riuscì mai a dimostrare appieno le sue capacità o a farsi premiare in laboriosità da qualche associazione artigiana. Anche perché non appena il cliente gli sganciava ingenuamente una banconota come acconto, lui lasciava il lavoro a metà, inclusi martelli, pialle e tutto il resto, e letteralmente spariva di circolazione. Scopo principale della sua vita era prenderla con filosofia e, finché aveva in tasca della moneta, nulla al mondo valeva di più di un buon bicchiere di vino.

Sia a un bambino che lo salutasse divertito, che al sindaco o al presidente della regione che ascoltassero il suo mastodontico violoncello, che a uno dei tanti creditori da lui simpaticamente gabbati, aveva pronta la sua inamovibile ed originalissima formula espressiva: “Quant uè?” (Quando, oggi?). La cosa potrà sembrare banale, in un mondo dove la gente fa discorsi sempre più elaborati, sofisticati e difficili. Ma lui, con quel “Quant uè”, esorcizzava ogni problema ed ogni tensione, prendeva per i fondelli se stesso, gli altri e tutto l’universo.

RICORDARE GLI ARTISTI SI’, MA VIETATO COPIARLI

Non voglio con questo spingere nessuno ad imitare questo irresistibile personaggio.

Al limite potrebbe sembrare l’esaltazione di un brutto esempio, quale il bere vino e lo scansare gli impegni di lavoro.

Ma qui si trattava di un vero artista, di una persona irripetibile a cui tutto era concesso.

Il modo migliore per incontrare me e Carmelo Scaffidi assieme è di seguire il mio blog ed anche il suo che, mi dicono, abbia cominciato finalmente a funzionare. Se telefoni a Carmelo ti aggiornerà sui programmi del 2012.

Valdo Vaccaro