TUBERI, LEGUMI, INTEGRATORI E ACQUA LEGGERA

LETTERA

 

Incontro costruttivo e alcune domande

 

Ciao Valdo, innanzitutto ti ringrazio per l’incontro di ieri. E’ stato molto costruttivo e mi permetterà di trovare il giusto compromesso con le mie precedenti filosofie alimentari annesse allo stile di vita da me profuso. Colgo l’occasione per segnalarti il link attivo del mio articolo sul sito, e mi saprai dire cosa ne pensi al riguardo.

Prima di salutarti, ho delle importanti domande da farti.

Tuberi, legumi, cereali di fronte al calore della fiamma

Tuberi e legumi, cotti al vapore con la propria buccia, mantengono inalterate le proprietà colloidali delle proprie strutture minerali? Vale lo stesso per l’orzo cotto in poca acqua fino a totale assorbimento?

I pazienti alimentati con PEG (che ricevono alimenti sintetici) possono considerarsi a rischio?

Se così fosse, come mai non è nota la scarsissima assimilazione delle forme non colloidali di minerali?

Acqua leggera ed acqua distillata

Ho trovato in commercio l’acqua con il residuo fisso più basso: 45 mg per litro.

Può essere un’alternativa all’acqua piovana o distillata, che ancora devo capire come produrre?

Grazie per il tuo tempo.

Il link della pagina che ho dedicato ai minerali è il seguente:

http://(www.lucazilli.it/infotech.php?cat=alimentazione&id=212    Un caro saluto

Luca Zilli

RISPOSTA

 

Il mantenimento delle proprietà collidali  dei minerali

 

Ciao Luca. Tuberi, cereali integrali e legumi sono per struttura abbastanza simili alle patate, vale a dire caratterizzati da abbondanza di amido e da preziosa scorza protettiva, o da baccello (per i legumi).

Dire che mantengano tutte le caratteristiche inalterate sarebbe probabilmente esagerato. Dire invece che preservano buona parte dei loro connotati a condizione di saper limitare la cottura, mi pare assodato.

Massimizzando l’apporto di frutta e verdure crude, una quota contenuta di cotto viene tollerata dal corpo umano con più vantaggi che danni

Ed è proprio per questo che quando invochiamo un’alimentazione crudista, diciamo tendenzialmente crudista, in quanto si va ad includere (in modo comunque limitato e minoritario) quei cibi che dimostrano, alla prova dei fatti, di saper resistere bene agli effetti del calore.

Pane integrale e pasta integrale, e qualche pizza alle verdure, entrano pure in queste eccezioni, come cibi di compromesso e della tradizione, sempre rigorosamente limitati, sempre cotti al minimo e sempre preceduti da verdure crude. Se seguiamo invece alla lettera Herbert Shelton, ogni cibo che, per essere reso edule debba subire una cottura, non andrebbe incluso nella dieta.

La vitalità delle patate cotte senza sbucciare

Come dimostrato da André Simoneton nei suoi ventennali esperimenti, la vitalità delle patate non pelate rimane molto alta con la cottura a vapore. Questo significa che la struttura minerale organicata non subisce eccessivo danno. Per restare vitale intorno ai 6500 Angstrom, i minerali della patata non possono essere stati disattivati oltre un limite minimo ed accettabile.

Ma non è solo una questione di vibrazioni. Ogni volta che mangio soia e arachidi nel loro baccello, o mais nel suo cartoccio, o patate nella loro buccia, la digeribilità è magnifica, e questo per me vale tanto quanto le ricerche dell’ingegnere francese.

L’illusione nutrizionale degli integratori

I pazienti alimentati a prodotti di sintesi sono sicuramente a rischio, e per 2 volte.

La prima nel senso che integrano pochissimo, e ricevono soprattutto una stimolazione generale derivante dall’avvelenamento causato dai minerali non assimilati che mandano i leucociti all’attacco e il cuore in accelerazione.

La seconda nel senso che subiscono una vera e propria dipendenza farmacologica da quelle sostanze.

Quando si comincia ad assumere integratori non esiste uno stop.

Oppure, se lo fai, metti di nuovo a nudo le carenze di partenza più gli interessi di mora.

L’acqua più leggera è quella che hai citato

L’acqua che hai citato è sicuramente tra le migliori. Non intendo fare pubblicità o fare torto a nessuno (ed è pure vietato). Ma si tratta di dire vino al vino e acqua all’acqua.

L’acqua piovana non occorre produrla ma solo raccoglierla e filtrarla, ed è un po’ la medesima che si trova sui ghiacciai.

Valdo Vaccaro, Direzione Tecnica AVA-Roma e ABIN-Bergamo