LETTERA 1
L’aria fritta dei corsi ufficiali e ministeriali sulla nutrizione
Salve dr Vaccaro, le scrivo per avere da lei alcune buone dritte.
Sono un biologo che ha deciso di dedicare i suoi studi alla nutrizione. Dopo aver letto i primi testi di riferimento, mi sono accorto che le solite cose fritte e rifritte mi annoiavano, ed in particolare non mi convincevano affatto.
Credo che nei testi scientifici dei soliti baroni si perdano di vista due cose fondamentali quali l’uomo e la sua individualità, all’interno di un mondo che possiede i suoi cicli.
Cicli che vengono sistematicamente ignorati da questo tipo di scuola istituzionale.
Non c’è nessuna apertura mentale nelle scuole di regime
Ho trovato nei suoi interventi un interessante punto di vista e una grande apertura mentale, cosa che non ho mai potuto rilevare nei corsi ridicoli ed inutili cui ho partecipato.
Ormai i corsi ECM sono un business.
Ci si nasconde dietro un meccanismo ministeriale goffo e banale che serve a pochi e che certamente non accresc e in alcun modo le conoscenze scientifiche.
Desiderio di approfondire la scienza della nutrizione e non le convenienze industriali della nutrizione
Vengo al punto, senza tediarla di più.
Mi piacerebbe poter approfondire la scienza della nutrizione fuori dal pensiero comune, andando al di là delle solite cose.
Qualora potesse indicarmi dei tresti di riferimento su cui studiare le sarei molto grato.
Ho notato sul suo sito il termine Scuola libera e indipendente di scienze nutrizionali e comportamentali. Di cosa si tratta?
La ringrazio anticipatamente e le auguro buona estate.
Emiliano Bruni
LETTERA 2
Tanti corsi di naturopatia, di olistica, di omeopatia
Caro Valdo, ho una domanda da porle, forse un po’ stupida.
Esiste una scuola o dei corsi di igiene naturale a Milano?
Leggo che c’è qualcosa a Genova e a Bergamo, ma è da un po’ che cerco su Milano e non trovo niente.
Tra tante scuole di naturopatia, di omeopatia e di discipline olistiche, non sarebbe a questo punto più utile ad operatori e gente comune avere la possibilità di specializzarsi e approfondire questi argomenti con un taglio scientifico ed igienistico?
Vorrei creare una scuola scientifico-igienistica a Milano
Se non fosse stato per il suo libro e l’impegno che sta mettendo nei vari blog e nel suo sito, quanti come me avrebbero continuato ad avere dubbi o a sbagliare clamorosamente?
Se avessi dei soldi e dei contatti giusti, creerei io stessa un centro e lei sarebbe l’insegnante per eccellenza.
Detesto lo spreco di tempo e di energie, oltre che di denaro.
Eppure ho perso molti anni dietro a teorie e pratiche obsolete, per rendermi conto che facevano più male che bene.
Ma come potevo immaginare la loro dannosità, anche se qualche dubbio si stava già affacciando alla mia mente?
I più danneggiati dall’ignoranza non sono gli onnivori, in ogni caso disordinati e scapestrati, ma proprio i vegani e i vegetariani, che si credono perfetti e non sanno un tubo di scienza igienistica
Forse sono un’idealista, ma credo che molte persone continuino ad alimentarsi erroneamente, e mi riferisco in particolare ai vegani e ai vegetariani, perché nemmeno sanno dell’esistenza di una scienza chiamata igienismo naturale.
Ripeto, forse la mia idea di un progetto di questo tipo a Milano potrebbe sembrare campata in aria o impossibile ad attuarsi, però ci tenevo a sapere cosa ne pensa. Buona serata.
Giusy Somarelli, naturopata in Milano
RISPOSTA A ENTRAMBE LE LETTERE
Nascita della mia scuola libera e indipendente di comportamento e nutrizione
Chiarisco innanzitutto il significato di Scuola libera e indipendente di scienze nutrizionali e comportamentali, che appare nella mia intestazione.
Ben conscio della grave carenza di conoscenza igienistica, di strutture ricettive e di atteggiamento favorevole delle industrie e della politica nei confronti di questa scienza oltremodo franca, veritiera, ribelle e non-sottomettibile, ho semplicemente ipotizzato e immaginato di essere rettore, preside, professore ed editore di questa materia, cominciando a sfornare le mie lezioni e le mie dispense chiamate tesine.
Una scuola fantastica e immaginaria, ma anche frustrante ed impegnativa
Niente strutture, niente timbri e niente autorizzazioni burocratiche, niente muri e niente aule, niente contributi da parte di nessuno e niente stipendi per nessuno.
Solo tante ore a lavorare di notte, vacanze, natali, capodanni, pasque, pasquette e ferragosti, cozzando pure coi principi del buon igienismo, e tante spese operative, cozzando coi principi di una buona economia.
I monti visti dal terrazzo di casa, il solito mare lignanese e gradese sognato e accantonato, gli spiccichi di pepe e le fantasie erotiche ed avventuristiche che frullano per la testa di ogni essere sbilanciato come me, messe in cantina e in dimenticatoio, i soldi per finanziare al meglio due ragazzi in crescita rallentati e decurtati.
Un gap tremendo tra quanto pensavo e praticavo, e quanto la gente pensava e praticava
Avventurismo e pazzia? Può anche essere.
Ma mi ero reso conto da anni che c’era un gap tremendo, un baratro di differenza tra quanto io sapevo, praticavo, bazzicavo e quanto la nazione italiana stava pensando, facendo e credendo in termini di cibo, di cultura salutistica e di comportamento.
Risultato?
Il responso del pubblico, ed anche quello della critica è quello che conoscete forse meglio di me medesimo.
Sviluppo eccessivo e impossibilità sopravvenuta a gestirlo come si deve
La cosa, nel bene e nel male, si sta sviluppando industrialmente e non sono più in grado di gestirla al meglio.
Più risposte do, più lavoro svolgo, e più domande urgenti e drammatiche arrivano, più nuove mail si accumulano e rimangono senza risposta.
Ricevo telefonate da Duesseldorf, da Brighton, da Barcellona, da Amsterdam.
Mi chiedono anche di andare qui e di andare là, per degli incontri o delle conferenze.
A volte accetto ed altre prendo tempo. C’è anche un po’ di curiosità e di teatralità in tutto questo.
Ma io non mi sento e non sono un fenomeno da circo e da baraccone, o un ufo che arriva da lontano con idee strane e complicate.
Ancor meno sono dotato di piani cheguevariani per sgominare la medicina e il potere costituito.
Non credo alla violenza, ma all’educazione, alle crisi di coscienza e magari alle conversioni clamorose
Non credo nei disordini, nell’odio di classe e di casta, nelle rivincite, nella violenza che porta ad altra violenza. Credo nella corretta educazione, nel buon esempio.
Credo nelle crisi di coscienza e magari nelle conversioni clamorose.
Come quella di John Robbins, figlio unico del più grande macellaio e gelataio d’America, che rifiuta l’eredità plurimiliardaria perché innamorato degli animali di suo padre, delle mucche e dei vitellini, avendo vissuto per diversi mesi a stretto contatto con queste bestiole.
Anche perché, a certi livelli, un miserabile pugno di dollari o una montagna di dollari, non fanno grande differenza. L’amore, in tutte le sue forme genuine, non si compra e non si vende.
L’amore vero non ha secondi fini e non ha nemmeno un prezzo.
La via Valdiana al benessere
Mi ha appena contattato l’amico Sergio De Prophetis per una serata a Udine il 17 dicembre presso la sua Bioteca Udinese, e ha denominato il titolo dell’intervento con La via Valdiana al benessere.
La cosa mi ha fatto anche ridere.
Tutto aiuta a far sì che mi prendano per un megalomane.
C’è ben poco di essere megalomani a questo mondo.
Serve tanta umiltà da mattino a sera.
Lettere bellissime? Tante, esagerate e prevalenti. Ma anche commenti demenziali al cianuro.
Un lettore mi ha inviato ieri un commento al cianuro, niente humour ma tanta demenzialità e maleducazione, forse l’effetto del caldo. Ognuno ha diritto di criticare, ma ci sono modi e modi.
Non cito né il nome né le iniziali, per risparmiargli una figuraccia.
Mi ha chiesto di non inviargli più le tesine che riceveva da tempo, perché mi sarei permesso di criticare l’eroico dr Nacci e con lui anche quell’Ippocrate che cito spesso e nei confronti del quale non valgo nemmeno un centesimo.
Chi non desidera le tesine me lo faccia sapere con chiarezza. Ricordo che per me è un costo non indifferente di tempo e di denaro. Un piacere se le accettate con entusiasmo. Una assurdità se le subite o le tollerate con indifferenza.
Gli ho risposto che non solo non valgo un centesimo, ma nemmeno un millesimo rispetto ad Ippocrate.
Dove stia però la logica di questo raffronto non si sa.
L’ho chiaramente cancellato dalla mailing-list, ed anche ben volentieri, fino a quando non si schiarità le idee e non mi chiederà scusa.
Primo ho già dimostrato di stimare il dr Nacci, scrivendo su di lui nella mia tesina Zona Tumore, Zona Cancro.
Nutro e rinnovo la massima stima al dr Nacci, ed anche a Simoncini e Di Bella, pur mantenendo i punti di differenziazione critica insiti nella teoria igienistica della non-cura
Stima che rinnovo, pur non avendo il piacere di conoscere Nacci di persona.
Stima soprattutto come uomo che, in nome delle sue idee e dei suoi principi morali, va contro l’ordine medico e paga di tasca propria con una radiazione.
Secondo, ho fatto presente che sia nel caso di Nacci, che di Simoncini, di Di Bella e Bonifacio, l’igienismo, pur considerando eventuali differenze di intensità curativa rispetto ai metodi di cura tradizionali, non condivide i loro metodi in quanto trattasi sempre di sistemi curativi della malattia-sintomo.
Quando un lettore maschio diventa zitellastra inviperita, non riesco nemmeno a fare due risate terapeutiche
Terzo punto, mettermi in contrasto e in antipatico confronto con chicchessia, e con Ippocrate in particolare, con cui ho stabilmente un ottimo ed armonioso rapporto, mi è parsa una cattiveria acida, velenosa e gratuita, stile zitellastra inviperita, il che è particolarmente grottesco se proviene da una persona di sesso maschile.
Metterla poi sul piano personale è dimostrazione di scarso senso scientifico e di poco buon gusto.
Chi non percepisce l’arte e la scienza insite nella teoria della non-cura, non ha capito un acca dell’igienismo
L’igienismo rispetta rigorosamente la legge causa-effetto, e pertanto non crede in alcun intervento che vada a stoppare o ad attenuare il sintomo.
Per l’igienismo curare la malattia è perniciosa superstizione.
Chiaro che con questo non intendevo e non intendo offendere nessuno.
Trattasi solo di chiarezza ideologica e metodologica.
Chi non ha capito questo non ha capito un acca dell’igienismo.
Il disagio culturale insito nelle attuali scuole di nutrizione e di naturopatia
Tornando alle vostre due lettere, Giusy ed Emiliano, credo che esprimano quasi in fotocopia lo stesso tipo di disagio culturale, di profonda insoddisfazione nei metodi e nei contenuti delle attuali scuole di nutrizione e di naturopatia, caratterizzate da tanta aria fritta, da teorie e metodi che, all’atto dell’applicazione pratica fanno più male che bene.
Diversi naturopati, è verità che posso documentare, mi hanno confidato di aver appreso più cose importanti ed essenziali dalle mie modeste e rudimentali tesine che in tre anni di pomposi corsi ministeriali.
Mi sono arrivate in queste ultime settimane diverse altre richieste simili alla vostra, di giovani dalle regioni più svariate, interessati ad iscriversi alla mia scuola, a fare dei corsi e ad ottenere un diploma in scienze igienistiche.
L’igienismo è la chiave per aprire finalmente la porta del benessere, da tempo chiusa e sprangata da parte della medicina prenditutto e dalle istituzioni medicalizzate fino all’osso
Gli ho detto che già sono iscritti alla mia scuola e che in qualche modo, le mie tesine rappresentano le dispense su cui studiare. Per esami e diplomi di laurea c’è sempre tempo.
Scherzi a parte, è evidente che più di qualcuno si sta rendendo conto che la scienza igienistica non è un cumulo di sciocchezze o di fandonie, e nemmeno un covo di estremisti in lotta contro le istituzioni.
Più di qualcuno sta comprendendo di avere a che fare con una scienza autentica che ha la chiave per aprire davvero la porta del benessere, dell’armonia con se stessi, con gli altri, e con la natura.
Le parole dei pionieri scolpite nella roccia
Mi vengono in mente le parole dei pionieri dell’ANHS (American Natural Hygiene Society), come il
dr Sylvester Graham (1794-1851): L’uomo che tenta di curare un disordine fisico, senza conoscerne le reali cause, è come un cieco che brancola nel buio.
O quelle del dr Russell Thacker Trall (1812-1877): Il sistema igienistico è veritiero, è in armonia con la natura, è scientificamente esatto, è filosoficamente sano, è in linea col buon senso, è positivo nei risultati, è una benedizione per il genere umano.
O quelle del dr John Tilden (1851-1940): Non esistono cure per le malattie. Quello che serve è come costruire e come mantenere la salute.
La teoria igienista della tossiemia surclassa la teoria dei germi e dei virus in logica, in certezza e in risultati concreti.
Confrontarsi con la teoria demenziale dei batteri e dei virus era ed è cosa improponibile
John Tilden visse in piena epoca microbistica e post-microbistica, dove impazzavano ancora le pastorizzazioni e le bolliture di bevande, cavoli, mele e banane, nel terrore dello scorbuto, della pellagra e del beri-beri, che allora erano considerate pestilenze contagiose, e non semplici carenze di vitamina C, di vitamina B3 e di vitamina B1 rispettivamente.
Ed è per questo che fa il paragone con la teoria dei germi e dei virus.
In effetti, è un paragone che non stava in piedi allora, e che non sta in piedi ancor meno oggi.
Come si fa a paragonare il vero col falso, e a dire che il vero surclassa il falso?
E’ un confronto troppo banale e insensato.
I chiarissimi meccanismi causativi della malattia
Messe in disparte le baggianate dei monatti, tuttora base scricchiolante, logora e decotta della cosiddetta medicina moderna, si capiscono assai meglio i meccanismi causativi della malattia, ed anche i metodi giusti per saltarne fuori.
La teoria tildeniana attribuisce tutte le malattie ad un fattore preciso e verificabile, chiamato toxemia, ovvero intossicazione del sangue, che ha raggiunto i limiti di tolleranza massima.
Il divino, o l’evoluzione per chi non ci crede, ci ha creati a prova di inquinamento e, fino a quando il nostro sangue sta entro la quota massima approvata di tossine (esempio 5%), riusciamo ancora ad andare avanti e a cavarcela.
Lo scatto della luce rossa alla goccia di veleno in più, quella che fa traboccare il vaso
Ma, quando il materiale scaricato nel sangue (da processi digestivi sbagliati) sale oltre la soglia, ci ritroviamo di fronte alla goccia che fa traboccare il vaso.
Ed è precisamente a quel punto che scatta la luce rossa di una malattia.
Saggezza, logica ed esperienze concrete, impongono il solo vero rimedio possibile, che si chiama riposo fisiologico, digiuno totale ad acqua distillata o acqua leggera e limone
A quel punto, saggezza e logica impongono che l’intossicato si fermi, si metta a letto, smetta di alimentarsi e beva la sostanza più solvente, più innocua, più neutra e gratuita a disposizione dell’uomo, che è l’acqua (la più leggera, neutrale, smineralizzata e distillata possibile).
Non solo per saggezza e logica, ma per esperienze precise e concrete.
Il digiuno è stato praticato dai tempi più antichi.
Gli stessi animali, se feriti o avvelenati, sfiancati o spaventati, smettono di mangiare e digiunano.
Il digiuno come sala operatoria naturale, priva di sangue, priva di bisturi, aghi, pinze e coltelli
Le tecniche igienistiche sono però andate avanti, accumulando nuove esperienze e grandi successi, grande abilità tecnica ed interpretativa di quanto succede durante il digiuno, su quando smettere, sul come mangiare in successione, sul come ricorrere a semi-digiuni, a cure dell’uva e delle ciliegie, a diete di tipo purificante ed eliminativo.
Un buon igienista deve anche essere un buon assistente digiunista.
La teoria curativa della non-cura
La teoria curativa della non-cura parte proprio dal principio che la malattia, salvo eccezioni molto particolari, non è una catastrofe strana ed inesplicabile, non è simbolo di sfortuna arrivata dallo spazio o da drammi ereditati, e nemmeno una patologia causata da frammenti interni cellulari chiamati spregiativamente virus, o da microbiche entità associate al nostro organismo al pari di tanti bravi spazzini, chiamate batteri, ma è invece un procedimento logico autogenerato ed autogestito intelligentemente dal sistema immunitario, in concomitanza con un eccesso di toxemia nel sangue.
L’improponibilità logica di curare la malattia-sintomo
Essendo dunque la malattia niente altro che un processo obbligatorio di recupero, diventa assurdo e improponibile curare la malattia stessa (intesa come sintomo, come dolore, al limite come tumore).
Se hai un braccialetto d’oro non lo vai a rivestire con dell’ottone.
Come? La malattia (febbre, tosse, influenza, ecc) mi viene a curare e io la ricevo con un calcio negli stinchi? Lei mi accompagna come preziosa ruota di scorta e di emergenza nel rischioso viaggio della vita, e io vado a forarla e sgonfiarla? Lei mi viene a salvare e io le riverso addosso il rutto e il vomito delle peggiori sostanze mai elaborate, chiamate farmaci e sieri?
Non si scaricano veleni contro la malattia-sintomo, compagna fedele del sistema immunitario
Lei fa da fedele compagna e da infermiera del medico interno, dell’angelo custode, del sistema immunitario, ed io le impedisco di esistere con dei vaccini?
Ed io la tempesto di veleni, di taxipirina (contro la febbre), di antibiotico (contro la tosse), di Tamiflu (contro le suine-aviaria), di Eutirox (contro gli sbalzi tiroidei), di statine (contro il colesterolo), di eparina (contro il sangue denso causato dalle proteine sanguigne e dbidodicizzate), e di mille altri intrugli adatti solo a stoppare un sintomo per crearne altri, 10 volte peggiori, chiamati eufemisticamente effetti collaterali?
Teoria della toxemia, teoria del digiuno e teoria della non-cura, formano la base granitica della scienza igienistica
Per farla breve, la teoria della toxemia (di John Tilden), la teoria del digiuno (rilanciata e perfezionata dalle scuole igienistiche tedesche e americane), e la teoria della non-cura (ribadita con magistrale chiarezza dal medico australiano Alec Burton (presidente dell’Associazione mondiale dei medici-igienisti), formano la base granitica della scienza, della cultura e della metodologia igienistica.
A corollario, integrazione, supporto e completamento di tale base ideologica, sono arrivate altre teorie ed altre dimostrazioni e altre scoperte storiche importanti che occorre evidenziare.
Le importantissime teorie a supporto e a integrazione dell’igienismo
1) La teoria della leucocitosi di Paul Kautchakoff (premiata al 1° Congresso di Microbiologia del 1930 a
Parigi e poi con dei Nobel nel 1948
2) La scoperta dei food-enzymes o vitalie presenti solo nei cibi vivi e non cotti, di Edward Howell
3) La scoperta delle vitamine, di Kaziemerck Funck (che sconfisse la teoria delle pestilenze medievali contagiose e pasteuriane, come lo scorbuto, la pellagra e il beri-beri, divenute tutte innocenti malattie carenziali e non più pesti trasmissibili, come desiderato fortemente dai medici)
4) La teoria delle vibrazioni e delle onde elettromagnetiche emesse dai vari cibi, di Andrè Simoneton
I fondamenti della scienza igienistica più che solidi sono addirittura formidabili
Dovremmo qui citare anche altri basilari piloni di sostegno.
Le massime, i principi, gli ammonimenti lanciati da Pitagora e Ippocrate, da Asclepiade e Galeno, dalla Scuola Salernitana, da Leonardo, da Paracelso, da Voltaire, da Robert Koch, da Max Joseph Van Pettenkofer, da Einstein, da Albert Schweitzer, e da tanti altri (vedi anche mio testo Storia dell’Igienismo Naturale, in uscita ad ottobre e prenotabile presso redazione@animaedizioni.it), non possono essere sottaciute e sottovalutate come fondamenta e sponde rassicuratrici della veridicità unica ed universale della nostra scienza.
I requisiti fondamentali perché una materia possa chiamarsi scienza
La scienza, come sappiamo, per essere scienza deve avere alcune precise caratteristiche.
Deve essere chiara e comprensibile.
Deve essere basata su leggi trasparenti, immutabili ed eterne.
Deve essere provata strumentalmente o comunque concretamente con metodi ripetibili e verificabili. Deve trovare conferma nelle statistiche condotte senza frode.
Deve avere come fine il bene dell’umanità, della gente, e non servire da strumento di oppressione, di controllo e di sterminio.
Deve avere l’irrinunciabile caratteristica di essere rispettosa dell’armonia della natura, dell’uomo, degli animali, del clima e ovviamente della flora.
Una scienza alla luce del sole, senza trucchi e senza sotterfugi
Scienza per un naturalista significa osservazione della natura.
Scienza significa seminare patate e raccogliere patate, seminare grano e raccogliere una spiga riproduttrice dello stesso tipo di grano.
Non certo promuovere proteine nobili e pseudo-calcificanti latticini, per raccogliere acidificazioni e sangue viscoso, a cui contrapporre pasticche di antiacidi ed eparine di maiale.
Non certo soffocare una malattia col farmaco o col vaccino, per provocarne altre assai peggiori.
Non certo seminare bistecche e raccogliere B12.
Non certo usare i semi della neo-divinità agricola Monsanto, e dipendere a vita dai suoi prodotti.
La latitanza igienistica nelle scuole e nelle università grida vendetta alla logica e al buon senso
Per tutti questi motivi, è troppo evidente che la scienza igienistica ha dignità scientifica cristallina e merita di essere inserita tra le più importanti scienze, essendo basilare per la preservazione della salute e dell’armonia tra le specie del pianeta.
E’ troppo evidente che la sua latitanza nelle attuali scuole della salute (che insegnano e propongono malattia più che salute) e nelle attuali scuole della nutrizione (che insegnano e propongono cadaveriniche indigestioni e schifose leucocitosi più che gioia alimentare) suona vendetta e suona scandalo alla logica e all’intelligenza.
Due lettere importanti cui ho voluto rispondere in dettaglio, con un’intera giornata di lavoro
Ecco perché le due lettere di Giusy ed Emanuele rivestono una importanza eccezionale.
Ecco perché quelle cose basilari che ho sopra delineato devono essere urgentemente insegnate negli atenei, nei licei, nelle scuole elementari e persino in quelle materne.
I libri ci sono. Il materiale didattico e pratico esiste. Le persone giuste ci sono. Quelle sbagliate, se umilmente disposte a correggersi, possono farsi avanti.
I libri ci sono.
Il lascito di Arnold Ehret, col suo Muculess Diet Healing System, quello di Louis Kuhne, quello di Max Bircher-Benner, quello di Manuel Lezaeta (solo per dirne alcuni a copertura della scuola germanico-europea), e soprattutto quello di Herbert Shelton, che ha impersonato per anni la fecondissima e ultrascientifica scuola igienistica americana, lasciandoci grandi testimonianze scritte in una cinquantina di libri e riviste, costituiscono un capitale di enorme importanza per la salute e la sopravvivenza dell’uomo e della vita in generale su questo pianeta Terra quanto mai offeso, tartassato, stuprato e insanguinato.
La UIDS o Università Internazionale della Salute, nel cuore della Lombardia
La mia risposta è che a Milano non ci sono scuole, ma che qualcosa di importante sta davvero succedendo nei suoi paraggi, ovvero sempre nel cuore della magnifica regione chiamata Lombardia.
Faremo come gli americani e ricorreremo alle sigle. Loro hanno la FDA, la NDC, la OMS?
E noi avremo la nostra UIDS, la nostra Università Internazionale della Salute, dove accoppieremo lezioni pratiche e lezioni teoriche, ospitando gente bisognosa di cure da un lato, e impostando dei corsi di preparazione teorica e pratica dall’altro.
E’ importante fare quadrato e creare una struttura di base. ABIN-Bergamo e AVA-Roma come basi di partenza per una Scienza Igienistica Naturale di avanguardia.
Teniamoci tutti in contatto con l’ABIN e con Carmelo Scaffidi, che è sorretto da grandi motivazioni extra-materialistiche e che è circondato da tanti amici e tanti supporters, anche di alto livello qualitativo politico, religioso e persino militare. Teniamoci in contatto con l’AVA di Roma e con Franco Libero Manco, che ha un cuore grande e sensibile, oltre che tanta cultura e tanta vera scienza da regalare a chi le cerca veramente. So benissimo che ci sono tanti altri nomi importanti nell’universo igienista nazionale sui quali poter contare, e mi riferisco a Manca, Cocca, Pamio, Vanoli, Gianazza, e ad altri ancora che esistono e che per banali limiti di conoscenza non sono qui in grado di ricordare.
Ci sarà l’anima igienistica americana ed anche l’anima terapeutica germanica
L’Università Internazionale della Salute è in via di realizzazione in provincia di Bergamo, e quindi non lontano da Milano, a servizio di tutte le regioni d’Italia. Milano è una fantastica città per il business, la moda, lo sport e la cultura. Un po’ meno per una sede dove si insegna e si pratica igienismo attivo, e c’è dunque grande bisogno di aria pura, di ossigenazione e di pineta montana.
Una mescola armoniosa di igienismo non-curativo americano e di igienismo coadiuvante germanico
La nostra UIDS ingloberà la scienza igienistica sheltoniana con tutto il suo rigore, concedendo però alla scuola tedesca e lezaetiana tutte le pratiche coadiuvanti che si sono provate utili a dare immediato sollievo alla gente che soffre. Intendiamo l’idroterapia, i bagni di sole, di aria, di luce, i cataplasmi di fango, l’erboristica, i corsi di respirazione yoga, i corsi di cucina vegana e tendenzialmente crudista, i corsi teorici e pratici di digiunistica e semi-digiunistica, le cure dell’uva, e tutto quello che serve per realizzare l’obiettivo che ci interessa al di sopra di ogni altra cosa.
L’obiettivo che per noi significa la salute dell’individuo, la salute della popolazione intera, la salute degli animali tutti e la salute dell’acqua, dell’aria, dei minerali e delle piante.
Ci sono diverse sinergie in movimento.
Una sede eccezionale per la nostra Università
Per l’incontro del 24-27 settembre potremo contare sulla località di Gandino, raggiungibile da Bergamo col tram delle Valli che porta ad Albino, e poi col bus che fa Albino-Gandino.
La notizia-bomba è che l’ABIN ha trovato la sede della sua Università a Ponteselva di Clusone (località servita da bus che fa la linea Gandino-Clusone), e la comunico qui di prima mano.
Parliamo di una struttura eccezionale posta all’interno di una magnifica ed incantevole pineta secolare di 60 mila mq, autentico polmone verde a 600 metri di quota, con sorgenti e boschi incontaminati.
Struttura che diventerà basilare per chiunque vorrà fare dei periodi di ossigenazione, di riposo, di digiuno e di semidigiuno, con 100 decorosi posti letto e 250 posti mensa, e un campeggio interno attrezzato da 10 mila mq.
Il grande contributo di Suor Amabilis
Già a inizio ottobre realizzeremo in tale sede la cura dell’uva, che ognuno comincerà con digiuno idrico a casa propria di 2 giorni, e continuerà con la cura dell’uva, seguita dalla cura di uva e fichi, e poi da quella di uva-fichi-mele o kaki, e quindi da dieta normale vegana.
In occasione dell’incontro a Gandino, tutti i partecipanti faranno una breve visita a Ponteselva per rendersi conto della magnificenza e dell’unicità della nostra futura sede.
Dobbiamo questi straordinari sviluppi all’impegno costante di Suor Amabilis, Socia Onoraria ABIN, che sta diventando una colonna insostituibile nella nostra organizzazione, una eroina per l’impegno che sta profondendo e per i risultati concreti che ci sta portando.
Altri supporti logistici e il motto preciso dell’ABIN
E non è finita lì. Potremo pure avvalerci di altre sedi staccate, come una magnifica resort naturale in zona Avellino, con orti e frutteti naturali, con uve, fichi, ciliegie, fragole, kaki, fichi d’india, e con magnifica piscina. Mi sono arrivate offerte per ville disponibili in zona Trieste, e nel lungomare romano di Fregene. Sappiamo insomma di poter contare su una rete di supporto logistico.
Diverse cose si stanno muovendo.
La ABIN ha un motto preciso: Qualunque sia la malattia, e l’impurità del sangue che la causa, essa sparirà soltanto mediante buone digestioni, accoppiate a respirazioni profonde (vedi aria di pineta), e riattivando l’eliminazione cutanea attraverso l’idro-termo-fango-terapia.
Le sovvenzioni per cacciatori, pescatori, fuochi artificiali e sagre orribili e diseducative basate sulla esaltazione della mattanza, si continuano a trovare
Nemmeno un centesimo scucito dalle istituzioni, ovviamente.
I soldi per sovvenzionare i cacciatori in regione Trentino (un milione di €/anno ai cacciatori e 825000 €/anno ai pescatori) si trovano, i soldi per sovvenzionare sagre e fiere inneggianti alla tortura del bue, dell’anatra, del pollastro, del maiale, dello struzzo, del pesce, della rana e del cavallo, si continuano a trovare. I soldi per spaventare ulteriormente cani, gatti, lepri e scoiattoli, con botti, con tanto inutili, pseudo-spettacolari e demenziali fuochi articifiali, si continuano a trovare.
Contiamo sulla generosità dei privati, ma se una mano ci verrà dal settore pubblico non ci dispiacerà affatto
Per ora, noi possiamo contare solo sulla generosità e sul senso di responsabilità, sul volontarismo libero e generoso di tante persone e di tanti amici.
Non pensiamo però che tutti i sindaci, tutti i presidenti di regione e di provincia, tutti i ministri ed i sottosegretari, tutti i direttori di radio e televisioni, siano degli insensibili e dei corrotti.
Hanno anch’essi figli e familiari da crescere e proteggere.
Hanno anche loro problemi di salute che la medicina non è in grado di affrontare al meglio.
Più che corrotti sono inquadrati ed incasellati.
Per ora ci guardano con curiosità e forse con qualche sospetto.
Aspettano di vedere quali sono le nostre mosse, prima di aiutarci o forse di contrastarci, come preteso sicuramente dai loro sponsor.
La lista dei prodotti e dei settori che contrastiamo è assai lunga
Diamo anche fastidio a troppa gente, ne siamo coscienti.
Lottare contro la carne, il latte, il pesce, l’uovo, il the, il caffè, le bibite gassate, le chewing-gum e le caramelle, i gelati, le marmellate, lo zucchero e il sale, il tabacco e il vino, i detergenti e le acque minerali pesanti.
Lottare contro i farmaci e i vaccini, contro i trapianti e le staminali, contro i finanziamenti folli al cancro e alle pesti inventate dell’Aids e delle aviari-suine.
Lottare contro i cibi concentrati, precotti e da cuocere dei supermercati, contro tutte le pratiche e i prodotti innaturali e consumistici che riempiono di spazzatura e di infelicità il pianeta Terra, non può non comportare sentimenti di incredulità e di contrasto.
Ma questa è la nostra via.
Qualche compromesso lo possiamo anche trovare, ma non sulle cose essenziali e fondamentali.
Il compito più elevato dell’uomo
Finché esisterà al mondo un solo allevamento e un solo macello, care televisioni private e di stato, care Parma e San Daniele, caro signor Cremonini, cara McDonald’s, cara Simmenthal e cara Manzotin, avrete in noi nemici giurati ed inflessibili.
Il compito più elevato di un uomo è sottrarre i bambini e gli animali tutti alle crudeltà, ha scritto Emile Zola.
Lotta di liberazione della quaglia, del cinghiale, del tonno e delle balene.
Lotta di liberazione dell’uomo dalle sue stesse schiavitù mentali e spirituali.
La nostra è lotta di liberazione dell’uomo da tutti gli artigli che lo immobilizzano materialmente e spiritualmente.
La nostra è una lotta di liberazione a favore dei delfini e dei tonni, delle aragoste e delle balene, dei leprotti e delle quaglie, dei caprioli e dei cinghiali, dei volatili e dei conigli, delle mucche e dei maiali, ovvero degli esseri più nobili, intelligenti e sensibili della terra, oggi massacrati senza sosta e senza pietà alcuna.
Al palmipede manca solo la parola, ma al tipico uomo odierno mancano i contenuti, quelli che dovrebbero contraddistinguerlo ed elevarlo sui piumati e suio quadrupedi.
Obiettate che sia l’uomo l’essere più intelligente e illuminato?
Forse, a tratti, magari nell’antichità e nel Cinquecento.
Forse, in futuro, ma l’uomo odierno lo deve ancora dimostrare.
Voi non lo state di sicuro rappresentando, fino a quando non manderete una bella ruspa a demolire i vostri locali di sofferenza e di morte, le vostre macellerie, le vostre pelliccerie, le vostre
stalle-penitenziario e i vostri sinistri mattatoi.
Fino a quando non verrete umilmente a dire: Perdonateci, avevate ragione!
Fino a quando parlare di scienza per voi significherà parlare di B12, di virus e di Aids, di staminali e di scie chimiche, la distanza tra il cervello dell’uomo e quella del più banale anatroccolo rimane chilometrica, a favore del palmipede ben s’intende.
Valdo Vaccaro – Direzione Tecnica AVA-Roma e ABIN-Bergamo