LETTERA
L’abitudine ad andarci vicino
Caro Valdo, ho letto la mail della Riccaboni e la tua coerentissima risposta.
Io ho avuto dalla Provvidenza il grande dono di sperimentare la vita e la morte come condizioni naturali di questa temporanea esistenza terrena.
A 14 anni ho avuto un distacco extracorporeo per annegamento in un torrente del Friuli e, trenta e passa anni dopo, ho descritto a un mio salvatore di allora per filo e per segno quanto era accaduto.
E lui incredulo: “Ti vin tirat su muart, e o vin mateat no sai trop a tirati di ca” (Ti abbiamo tirato su morto, e abbiamo trafficato non sai quanto a farti riprendere i sensi). E io gli dissi di averli visti saltare in acqua e ripescarmi da 4 metri di fondo. Interessante vero?
Schivato per un filo il fattore Rh
Il primo ricordo della mia vita, avevo 3 anni e mezzo, è stato il corpicino di mia sorella nata e morta.
Mia madre volle che la salutassi. Mio nonno me la porse come fosse un fatto naturale. Di lei mi resta il ricordo che ancora oggi mi commuove, ma che è splendido e vivo come fosse successo ieri.
Chissà dove si trova il suo spirito. Ho sempre pensato a lei e agli altri due fratelli persi da mia madre per il fattore Rh non compatibile. Ed anche a me, sopravvissuto per quel strano caso del destino che capita ad uno su un milione di casi! Di sicuro, quando toccherà al sottoscritto di varcare la soglia, mi reincontrerò con la famiglia e sarà festa grande.
Scivolata cardiaca in zona trapianto
Non è finita. Anno 2007, cuore con la FE (forza di espansione) in picchiata dopo una polmonite presa nell’ottobre 2006 durante una folle inzuppata di pioggia. A ottobre, i medici, con la FE al 15% (la scala va da 0 a 100, e sul 10-12 significa fine della pompa), mi implorano di mettermi in attesa di trapianto, e io dico loro di no, motivando la mia scelta. Mi propongono allora “Almeno il defibrillatore!”.
Niente, neanche quello. Costa sui 20 mila € e lo installano a quanti vogliono campare anche solo qualche giorno in più. Non riescono a convincermi e sono meravigliati della mia serenità.
Rifiuto di ogni trapianto e di ogni fibrillatore
Il primario (donna) ha un ultimo guizzo, un’idea.
Lei è di Geova? No sono di Codroipo-Udine e sono un credente.
Le dissi che con lei mi piaceva parlare del più e del meno ma, se il Padre avesse deciso di chiamarmi, non serviva discutere.
Ma allora perché si cura? Mi disse.
Perchè, fino a quando sono integro nel mio io personale, devo capire ciò che mi sta accadendo e cercare le possibilità di uscirne.
Con pezzi di ricambio di altri o con macchine che mi governano, non sono più io, e dunque perdo quella individualità che mi rende unico e riconoscibile.
Mi diedero pochi mesi di vita, e invece sto ancora tra voi, vivace e combattivo più che mai
Mi dimisero con fare mesto, pronosticando che non sarei arrivato a Pasqua 2008.
Invece capii l’origine del problema.
Ne uscii e ci ricascai nell’estate 2010 dopo l’epica battaglia sugli OGM.
Voglio bene al mio cuore ma, se una guerra va fatta, bisogna combatterla fino in fondo. Il cuore è tuo alleato, è con te fino in fondo.
Il Vai e Torna di nostro Padre
Come il Padre ti ha dato il “Vai” per questa incarnazione, così ti darà il “Torna” quando a lui piacerà. Molto semplice ed ovvio.
Purtroppo, la cultura contemporanea ha cercato di rimuovere la coscienza della morte come fatto complementare di una vita presa nella sua totalità.
Viviamo una vita artificiale che non contempla la morte, e neppure la sofferenza, neppure il senso del sacrificio e del dovere.
Il concetto fuorviante della vita ad ogni costo
Abbiamo esentato i nostri bimbi e i nostri giovani da tutto questo, e i risultati si vedono.
La vita è passata da una concessione temporanea di cui noi dovremmo essere gelosi custodi, onorandola giorno dopo giorno, a un diritto che deve esserci garantito per legge a qualsiasi costo.
Accanimento terapeutico e denunce penali
Da qui l’accanimento terapeutico dei medici per evitare denuncie penali, mentre il nostro io vaga come un ubriaco inseguendo fallaci speranze.
Chissà che un giorno la classe medica non getti la spugna sotto i colpi giudiziari di una Magistratura in delirio di onnipotenza?
Ti saluto con un Mandi.
Graziano
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RISPOSTA
Agricoltori che amano la terra e che accarezzano gli animali, e li lasciano morire di vecchiaia, sono merce rara in questo paese di poca poesia e di tanta delinquenza legalizzata
Ciao Graziano, niente male per un presidente degli agricoltori biologici di Beano, intento a promuovere un’agricoltura dagli aspetti umani, bucolici e sostenibili, con sementi autoctone e riproducibili, e con una inesorabile avversione agli odiatissimi OGM della Monsanto Corporation.
La tua coerenza, che permette di ottenere frutta e verdura biologica di alta qualità, apprezzata da clienti di prestigio in mezza Europa, e di convivere nel contempo con animali amici e collaboratori, destinati per statuto non al macello ma a una serena morte quando viene il loro tempo, ti fa solo un grande onore.
La filosofia non va cercata tra i filosofi, come la salute non va cercata tra i medici.
La memorabile storia di Ross Horne, pilota australiano della Qantas Airways.
Niente male dicevo, riferendomi anche alla profondità filosofica del tuo messaggio, a conferma che non sempre la filosofia va cercata tra i filosofi, come non sempre la terapia salutistica va cercata tra i medici.
Uno dei testi più profondi in fatto di terapeutica è infatti The Health Revolution, dell’australiano Ross Horne, di professione pilota.
Anche lui, come te, con problemi di cuore.
Ma trovò il modo e il tempo, oltre che di trasportare e far atterrare con sicurezza migliaia di passeggeri sugli Jumbo della Qantas per 32 anni, anche di lasciare all’umanità una memorabile testimonianza in campo igienistico.
Il capitano Horne era un tipo geniale e leonardesco.
Disegnò con successo case e palazzi, barche, macchine utensili, attrezzi strani e persino apparecchi radio.
Horne conosceva i suoi polli: più che l’idealismo, la motivazione umana sta nell’interesse (pecunia in testa) e nella paura
Quando gli chiesero se amasse insegnare medicina e salute, disse che non insegnava, ma che aiutava soltanto la gente ad imparare e a capire.
Il capitano Horne quotava spesso Napoleone.
Uno degli aforismi preferiti era:
There are two ways of moving men, interest and fear
(Ci sono due soli modi di muovere e motivare la gente, l’interesse e la paura).
La reputazione del Friuli nel mondo,
Tornando a te, hai elencato solo alcuni episodi salienti della tua vita, ma non hai citato le tante avventure da brivido come pilota di aerei privati.
Come quando atterrasti senza motore sul greto del fiume Tagliamento, saltando fuori intatto da una carlinga mezza disintegrata.
Si parla spesso del Friuli nel mondo per i vini del Collio, lo speck di Sauris e i prosciutti di San Daniele, cose di cui non mi vanto affatto, senza offendere l’indubbia professionalità e l’intraprendenza commerciale degli addetti a quei settori.
Il decalogo antitumorale dell’IRCCS, Istituto Nazionale dei Tumori
E’ apparso nei giorni scorsi l’ultimo decalogo della salute da parte dell’IRCCS, Istituto Nazionale Tumori, non certo un ente vegetariano, dove al punto 5 si raccomanda di limitare fortemente le carni rosse, e di eliminare in modo radicale le carni conservate, cioè speck, prosciutto, mortadella e hamburger, per i micidiali nitriti che mandano la gente anzitempo ai reparti terminali.
I poco invidiabili record di malattie cardiache, diabetiche, renali e cancerogene, trovano spesso il Friuli ai vertici, grazie alle brodaglie di carne, alle soppresse e al prosciutto, accompagnati ovviamente da deliziosi formaggi e da squisiti bicchieri di vino.
Una compagine sportiva di qualità deve divulgare e propagandare salute e non malattia.
I poveri animaletti sgozzati, per rivestire di pelo vecchie bagascie miliardarie, e giovani pimpanti tutto culo e poco cervello, non apportano certamente fieno alla cascina di una squadra che può e deve essere qualitativa in tutto e per tutto.
Una fantastica squadra di calcio, con sponsorizzazioni da lasciar perdere
Si parla molto della grande Udinese che che rifila 4 gol al Milan e 3 all’Inter, che batte le grandi squadre metropolitane col miglior gioco praticato in Italia, esaltando l’oculata politica dei Pozzo, la genialità tecnica del castelfranchese Guidolin, e le giocate di Totò Di Natale, Sanchez e compagni.
E di questo mi compiaccio sinceramente, anche se le sponsorizzazioni andrebbero scelte meglio, lasciando pellicciai e caseari al loro destino.
Non c’è città asiatica, da Singapore a Hongkong e a Tokyo, in cui non conoscano le gesta di questa compagine provinciale.
Ho persino dovuto regalare una maglietta bianconera di Di Natale a un receptionist thailandese dell’Indra Regent Hotel di Bangkok, che tifa Udinese da anni.
Sono orgoglioso di essere friulano, soprattutto per uomini come Graziano Ganzit
Ma il Friuli non è solo questo. E non è nemmeno soltanto acciaio e legno, mobili prestigiosi e sedie manzanesi. Non è soltanto Danieli e Pittini, Snaidero e Fantoni.
Mi sento molto onorato di avere un amico del calibro di Graziano Ganzit, che pur armato di by-pass, continua a opporsi strenuamente agli OGM, ai pesticidi, allo sfruttamento indecoroso degli animali e alla loro macellazione.
Un amico Ganzit che di mattina preferisce lasciare la sua auto in garage e, dopo una struggente carezza a entrambi i suoi asinelli, gira col calesse per le stradine della campagna di Beano, in piena armonia e simbiosi con la natura che lo circonda.
Valdo Vaccaro – Direzione Tecnica AVA-Roma e ABIN-Bergamo