Vai con la fibra farmaceutica miracolosa
Ciao V., bentornato tra noi. Ho letto ieri in un forum il messaggio di una ragazza costipatissima che fa la cacca a pallini come le pecore, anche cinque volte nella stessa mattinata, con mal di pancia, disagi alle vie urinarie, bruciori, pressioni sull’addome, sporadici crampi.
Sarebbe stato il caso di consigliarle un radicale cambiamento della dieta, ed in ogni caso un incremento drastico di frutta e verdura.
Cosa mai le risponde invece un’altra utente sapientella?
Corri in farmacia e prenditi della fibra solubile che non ha controindicazioni rispetto alle verdure crude (vedi gonfiori e pesantezze) e rispetto alla frutta (fermentazioni).
Ma, dico io, è mai possibile che si possano dare risposte talmente sballate?
Beatrice da Grosseto.
Nessuno può impedire alla gente di suicidarsi col cibo
Grazie a Beatrice per questa segnalazione interessante.
E’ mai possibile? Ti chiedi.
Sì, non solo è possibile, ma è pure logico e plausibile che avvenga, nel senso che tale risposta è statisticamente quella più comune e rappresentativa di un certo modo di pensare della popolazione dei giorni nostri.
Certo che la verdura cruda gonfia se non la conosci, se non la sai mangiare e se non sei abituato ad essa.
Certo che la frutta fermenta se non la conosci e se non la sai mangiare.
In certe condizioni, si arriva davvero all’assurdo, per cui è meglio andare avanti a bistecche da mattina a sera fino al cancro conclamato ed alla cachessia totale.
Se la gente ha deciso di suicidarsi mediante il cibo, nessuno glielo può impedire.
Siamo sì o no in regime di democrazia?
Non vorremo mica tornare ai bei tempi della monarchia assoluta dove erano solo i regnanti e i cortigiani a morire di putredine reale oggi denominata più volgarmente cancro?
Cure maniacali per la propria autovettura, e disinteresse pressoché totale verso il proprio corpo
Per installare un impianto aggiuntivo a gas nella propria auto, la gente va a farsi consigliare da un meccanico, avendo timore di compromettere il funzionamento della propria amata vettura.
Ma quando si tratta di apportare modifiche decisive al proprio corpo, la stessa gente non ha alcun dubbio e va col fai da te, memore magari delle tante preziose lezioni offerte dal mezzo televisivo.
La gente decide dunque in quattro e quattr’otto di tramutare il proprio organismo fruttariano in un formidabile apparecchio tritacarne.
La gente opta disinvoltamente per la trasformazione del proprio tubo intestinale in tomba e spazio cimiteriale, in reparto cremazione cadaveri.
Chiaramente non è solo la questione delle 40 ore necessarie alle carni per essere parzialmente e imperfettamente elaborate, digerite ed espulse (40 ore che stridono drammaticamente con la mezz’ora necessaria per assimilare normalmente della frutta e con le due ore massimo necessarie ad assimilare un abbondante pasto di verdura cruda).
C’è molto di più e molto di peggio.
L’avvelenamento costante del tratto intestinale
Il corpo umano fruttariano non ha nel suo stomaco, come ben sappiamo, le necessarie dotazioni di acido cloridrico adatte a demolire le proteine animali in aminoacidi.
Il mangiatore di carne è come un mangiatore di nocciole che voglia inghiottirle con l’intero guscio intatto, senza prima romperle e masticarle opportunamente.
Le proteine non attaccate con forza dagli acidi giungono all’intestino non opportunamente disintegrate causando così enormi danni, rallentando il loro procedere verso il basso e trasformandosi in materiale marcio, rancido e putrefatto.
Ecco allora che, alla lunghissima digestione di 40 ore, si assomma un avvelenamento a base di residui proteici putrefatti che rende asfittico, inquinato, contaminato, l’intero canale intestinale per almeno una settimana.
Il four-per-day del prof Calabrese e dell’Agroalimentare Italiano
Oggi poi la gente non fa gli errori dei tempi che furono, quando alle scorpacciate pazzesche di Natale e Pasqua, o a quelle dei pranzi nuziali, seguivano lunghi tempi di recupero a base di diete più o meno vegetariane e basso-proteiche.
Oggi la gente ha soldi da spendere.
Non ha nemmeno tempo da perdere in recuperi e ripensamenti.
Tende a riempirsi il frigo di materiale obitoriale in ultra-abbondanza, mentre la cantinetta strabocca di vini doc e nel cassetto-medicinali non mancano pillole digestive, lassative, antipiretiche.
Oggi si punta decisamente all’avvelenamento sistematico quotidiano.
Carne a colazione, pranzo, merenda e cena, per tutta la settimana escluso il venerdì, dedicato al pesce.
Non siamo al five per day, ma ci avviciniamo. Four-per-day soltanto.
Ancora qualche mese di scuola intensiva Calabrese e gli Italiani arriveranno vicini alla perfezione del 5 per day, come auspicato dal Ministero delle Politiche Agricole, dalla Kraft, dalla McDonald’s e dalla Cremonini.
Peccato che nel five per day di Cambridge il 5 significhi 5 volte frutta, mentre qui il 4 sottintende cadaverina 4 volte al giorno.
Se l’intestino è una camera a gas intrisa di veleni, la colpa non è certo del binomio frutta-verdura
Chiaro che, in quelle obbrobriose condizioni, in quella camera a gas che è un intestino affetto da fenomeni putrefattivi, le verdure crude e relative fibre si caricano di liquidi putrescenti e fermentano, gonfiando ed appesantendo, mentre la frutta fermenta rapidamente, creando quel disastro gastrointestinale che si chiama putro-fermentazione dove, ai pus della decomposizione carnea si accavalla perfidamente l’alcol del processo fermentativo.
La colpa non è delle verdure crude e della frutta, ma di tutto il resto.
Va te a farlo capire alla gente.
Ho scritto già in qualche mio precedente articolo che il crudismo non è adatto ai carnivori, a meno che non decidano di cambiare radicalmente registro.
O la gente rinsavisce e ritorna sui suoi passi, o è votata alla definitiva rovina.
A quella situazione di non ritorno per cui più carne mangi e più carne devi mangiare, lasciando necessariamente fuori della porta i tuoi cibi di elezione, quelli che ti dovrebbero apportare i nutrienti fondamentali per vivere in salute.
Quando mai uno stomaco è vuoto e pulito? Quando mai un intestino è libero e sano, in un fruttariano che si ingozza di proteine animali?
Nel caso di quella ragazza sofferente, la cosa che salta all’occhio per prima è la grave carenza di acqua biologica, di fibre naturali e probabilmente di acidi grassi polinsaturi (mandorle, noci, pinoli, semi, olio extravergine).
Evidente poi che il ricorso a fibre solubili è il peggior consiglio possibile.
Per regolarizzare un intestino stitico e secco, inquinato ed asfittico, fiappo e mal funzionante, la medicina migliore è frutta acquosa in abbondanza, consumata correttamente a stomaco vuoto.
Ma quando mai lo stomaco è vuoto e pulito, in un essere fruttariano che ama trastullarsi coi cadaveri?
Un rimedio ottimale è pure la fibra naturale delle verdure crude, leggerissime e deliziose se condite con extravergine e qualche goccia di aceto.
Ma anche queste verdure devono trovare il canale intestinale libero e sano.
Quando mai può essere libero e sano l’intestino di un fruttariano che si ingozza di proteine animali?
Valdo Vaccaro
Direzione Tecnica AVA-Roma (Associazione Vegetariana Animalista)
Direzione Tecnica ABIN-Bergamo (Associazione Bergamasca Igiene Naturale)
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